Voglio confessarmi bene!
"CHI COMMETTE IL PECCATO E' SCHIAVO DEL PECCATO, SOLO LA VERITA' RENDE LIBERI"
ESAME PRIMA DELLA CONFESSIONE: Da quanto tempo non mi confesso? Ho compiuto la penitenza? Ho taciuto coscientemente per vergogna qualche peccato grave in una confessione precedente? Ho fatto la Comunione in peccato mortale o senza aver rispettato il digiuno di un’ora? Provo dolore dei miei peccati e mi propongo di lottare per non commetterli più?
Per accostarsi con frutto al Sacramento della Penitenza
1. Chiedi la grazia dello Spirito Santo (cfr. preghiera iniziale)
2. Preparati con un diligente esame di coscienza. Perciò mettiti alla presenza di Dio, della Vergine Santa, del tuo Angelo Custode e, davanti a loro, interrogati sulla tua condotta dall’ultima confessione ben fatta (cfr. schemi di esame). Ricordati che non sono peccati le tentazioni, gli stati d’animo, le immaginazioni e le sensazioni involontarie e tutto ciò che non passa, direttamente o indirettamente, attraverso la tua consapevole volontarietà. Perciò, guardati dagli scrupoli, da complessi di colpa, da vaghi sentimenti di colpevolezza.
3. Accompagna il tuo esame con un atteggiamento interiore di pentimento (contrizione del cuore) che nasca dall’amore di Dio (dolore dell’anima). E’ l’elemento più importante per una buona confessione; chiedilo al Signore e cerca di suscitarlo col suo aiuto nell’intimo del tuo cuore. Non confonderlo col sentimento o col dispiacere sensibile; è soprattutto un atteggiamento della volontà che rifiuta ciò che è male davanti a Dio e si propone di evitarlo con ogni mezzo. Ti dissoci dal male che hai fatto (perché dispiace a Dio, che è Padre tuo), e ti proponi di ripararlo.
4. Perciò, il vero dolore contiene un proposito sincero e fermo di lottate contro il peccato. Deve essere un “proposito” e non soltanto una buona intenzione. Proposito: cioè un punto concreto su cui lottare, una meta da guadagnarti nella tua vita cristiana, facile da verificare e da controllare nella prossima confessione. Serviti per questo anche del consiglio del sacerdote confessore.
5. Infine, l’accusa (cfr. Rito della Penitenza). Devi andare per accusarti e non per scusarti (a questo ci penserà il Signore!); devi dire il peccato, non descriverlo. Perciò, l’accusa sarà breve, chiara, completa, senza lasciarti vincere dal timore o dalla vergogna che portano solo al rimorso, non all’amore.
6. Il sacerdote ti darà una “penitenza”: un’opera buona da compiere o una preghiera da offrire al Signore, che hanno un valore di riparazione. Servono cioè a “pagare” un poco di debiti che con i peccati accumuliamo davanti a Dio e alla Chiesa. Compila subito o quanto prima, ricordandoti che è il modo migliore per riparare è l’esempio di una vita cristiana coerente e fedele.
Accoglimi nel Tuo Cuore, Signore Gesù!
Per salvarmi, Ti sei fatto uomo,
Sei morto e risorto per me:
la Tua Misericordia è la mia Speranza
Perdonami, Signore, ho molto peccato!